SCACCHIERA
Mercato
di Santa Caterina E.Miralles e B.Tagliabue
"La arquitectura no es más que un modo de pensar sobre la realidad.
Así pues las meras construcciones se sobreponen a las existentes. Se mezclan, se confunden y deberán al final hacer aparecer ese lugar en sus mejores cualidades... Así parece lógico usar términos como conglomerado, hibrido... términos que intentan superar la dicotomía del blanco o negro."
L'architettura non è altro che un modo di pensare la realtà.
Dunque le semplici costruzioni si sovrappongono a quelle esistenti. Si mischiano, si confondono e dovranno, alla fine, far apparire quel luogo nelle sue migliori qualità... Quindi risulta logico usare termini come conglomerato, ibrido...termini che cercano di superare la dicotomia tra bianco e nero.
Ispirazione
per la mia scacchiera è stato il Mercato di Santa Caterina a
Barcellona che racchiude il pensiero dei due architetti Enric
Miralles e Benedetta Tagliabue, fondatori dello studio EMBT.
Prima
dell'incontro con l'architetto italiano, Miralles lavorò per un
lungo periodo con Carmen Pinos,
durante il quale operarono in coppia distaccandosi dalle tradizioni
locali e concependo un idea di architettura come metafora del
paesaggio. Inserirono tra le novità forme che consentissero
all'architettura di avvicinarsi alla natura in un dialogo unico tra
costruito e paesaggio. Novità che appartengono ad un periodo in cui
le città miravano a diventare centri di vita, di lavoro e di
attività, cercando di attrarre residenti e visitatori tramite anche
trasformazioni urbane e miglioramenti che puntavano al valore
culturale e all innovazione.
Dal
1991 la progettazione di Miralles proseguì in collaborazione con
Benedetta Tagliabue: i due, vincitori del concorso per rivitalizzare
l'intera area intorno al mercato, operano per il recupero del Mercato
di Santa Caterina, un' occasione per un ambiziosa riqualificazione
urbana.
La
risposta e la sfida dei due architetti è stata quella di stimolare,
attraverso il progetto, una riflessione sul tempo e sulle relazioni
che si possono instaurare con la storia e il luogo: la scelta di non
demolire completamente il vecchio mercato dimostra la volontà di
stabilire un dialogo con il passato senza stravolgere l'ambiente. Il
progetto risulta essere un segno che si somma a quelli che hanno
formato nel tempo il mercato: si assiste quindi ad una
sovrapposizione di strati l'ultimo dei quali è la copertura che,
come uno schermo pixelato dall'andatura variabile nasconde sotto un
unico gesto l'insieme delle funzioni sottostanti. Il programma ha due
scelte strategiche, mantenere la memoria storica tenendo intatta
l'originarietà del mercato stravolgendola però con l'originalità
della copertura.
Analizzando
il progetto e scomponendolo ho creato la mia scacchiera ribaltando il
concetto di protezione e di raggruppamento data dalla copertura.
nella
scacchiera infatti la rottura del recinto fa fuggire tutti i singoli
volumi che si disperdono conservando il loro imprinting, mantenuti
insieme da ciò che prima lì proteggeva, l'
elemento unificatore che si scompone aprendosi e modificando le curvature.
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