martedì 18 aprile 2017

SCACCHIERA

Mercato di Santa Caterina E.Miralles e B.Tagliabue

"La arquitectura no es más que un modo de pensar sobre la realidad.
Así pues las meras construcciones se sobreponen a las existentes. Se mezclan, se confunden y deberán al final hacer aparecer ese lugar en sus mejores cualidades... Así parece lógico usar términos como conglomerado, hibrido... términos que intentan superar la dicotomía del blanco o negro."

L'architettura non è altro che un modo di pensare la realtà.
Dunque le semplici costruzioni si sovrappongono a quelle esistenti. Si mischiano, si confondono e dovranno, alla fine, far apparire quel luogo nelle sue migliori qualità... Quindi risulta logico usare termini come conglomerato, ibrido...termini che cercano di superare la dicotomia tra bianco e nero.



Ispirazione per la mia scacchiera è stato il Mercato di Santa Caterina a Barcellona che racchiude il pensiero dei due architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue, fondatori dello studio EMBT.
Prima dell'incontro con l'architetto italiano, Miralles lavorò per un lungo periodo con Carmen Pinos, durante il quale operarono in coppia distaccandosi dalle tradizioni locali e concependo un idea di architettura come metafora del paesaggio. Inserirono tra le novità forme che consentissero all'architettura di avvicinarsi alla natura in un dialogo unico tra costruito e paesaggio. Novità che appartengono ad un periodo in cui le città miravano a diventare centri di vita, di lavoro e di attività, cercando di attrarre residenti e visitatori tramite anche trasformazioni urbane e miglioramenti che puntavano al valore culturale e all innovazione.
Dal 1991 la progettazione di Miralles proseguì in collaborazione con Benedetta Tagliabue: i due, vincitori del concorso per rivitalizzare l'intera area intorno al mercato, operano per il recupero del Mercato di Santa Caterina, un' occasione per un ambiziosa riqualificazione urbana.


La risposta e la sfida dei due architetti è stata quella di stimolare, attraverso il progetto, una riflessione sul tempo e sulle relazioni che si possono instaurare con la storia e il luogo: la scelta di non demolire completamente il vecchio mercato dimostra la volontà di stabilire un dialogo con il passato senza stravolgere l'ambiente. Il progetto risulta essere un segno che si somma a quelli che hanno formato nel tempo il mercato: si assiste quindi ad una sovrapposizione di strati l'ultimo dei quali è la copertura che, come uno schermo pixelato dall'andatura variabile nasconde sotto un unico gesto l'insieme delle funzioni sottostanti. Il programma ha due scelte strategiche, mantenere la memoria storica tenendo intatta l'originarietà del mercato stravolgendola però con l'originalità della copertura.




Analizzando il progetto e scomponendolo ho creato la mia scacchiera ribaltando il concetto di protezione e di raggruppamento data dalla copertura.

nella scacchiera infatti la rottura del recinto fa fuggire tutti i singoli volumi che si disperdono conservando il loro imprinting, mantenuti insieme da ciò che prima lì proteggeva, l' elemento unificatore che si scompone aprendosi e modificando le curvature. 






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